Una Festa Esagerata
Nella famiglia Parascandolo fervono i preparativi per la festa dei diciotto anni di Mirea, che coinvolgono il capofamiglia Gennaro e la moglie Teresa. Quest'ultima, affamata di popolarità e ascesa sociale, vede la festa come un modo per emergere, decidendo di non badare a spese. Quando finalmente giunge il giorno della tanto attesa festa, un lutto improvviso la mette a rischio.
Una festa esagerata
"Una festa esagerata" è una commedia del 2018 diretta e interpretata da Vincenzo Salemme. Lui stesso interpreta il protagonista: un geometra con una moglie decisamente ambiziosa. Per festeggiare la maggiore età della figlia organizzeranno una grande festa in terrazzo, ma le cose si complicheranno non poco.
A casa di Gennaro si si sta preparando una grande festa sulla splendida terrazza dove l'uomo vive con Teresa, moglie che desidera ardentemente salire sempre di più nella scala sociale. Per il diciottesimo compleanno della figlia Mirea, la donna ha deciso di non badare a spese e fare le cose in grande. Ma il sopraggiungere di una notizia inaspettata cambierà ogni cosa.
Un piccolo eroe dei nostri tempi, spiazzato dal malcostume imperante, spaesato in mezzo alla volgarità e all'ignoranza di un presente sempre più selfie oriented e superficiale. È l'ingenuo geometra Gennaro Parascandolo, protagonista di Una festa esagerata interpretato da Vincenzo Salemme, che qui è anche regista del film tratto dall'omonima commedia teatrale da lui stessa scritta e messa in scena per diverse stagioni prima di approdare al cinema dal 22 marzo in 350 sale. Il risultato è una commedia dal ritmo travolgente, un tributo alla napoletanità con sferzate amare e ritratti umani, che omaggiano la risata della vecchia commedia all'italiana.
Sì, perché da allora Vincenzo Salemme non si sarebbe più fermato cercando di portare sempre sul grande schermo la forza travolgente della sua anima di teatrante: nel 2000 con A ruota libera, nel 2005 con Cose da pazzi, nel 2014 con ... E fuori nevica! ed oggi con Una festa esagerata, tratto dall'omonimo spettacolo portato in giro per più di una stagione sui palcoscenici di mezza Italia.Dentro c'è tutta la napoletanità di Salemme, malinconica, eccentrica, amara, straripante, insieme all'omaggio al teatro di De Filippo (su tutti il riferimento è per stessa ammissione del regista Natale in casa Cupiello) e a personaggi e situazioni della più tradizionale commedia all'italiana
Parliamo del corredo. Dopo la dote, è ilpiù grosso cruccio delle famiglie che debbonomaritare una ragazza: ed è, naturalmente, unduplice cruccio, per le famiglie che non dànnodote alle figliuole. Gli è che si può non dareun soldo alla fanciulla da marito, quando vaa nozze ma un buon corredo di abiti e dibiancheria bisogna darglielo, se non si vuolemandarla via di casa, come una mendicante.A rigore, a rigore, il corredo di vestiti puòessere modesto, modestissimo, se la condizioneè modesta: ma il corredo di biancheriadeve aver sempre una certa larghezza, la maggiorelarghezza possibile, anzi. Uno sposo novello,massime se ama la sposa, se ha mezzi,se vede prosperare i suoi affari, non si seccheràmai, anzi sarà felice di poter donaredei vestiti, anche pochissimi mesi dopo lenozze, alla sposa: ma qualunque sposo, ricco,agiato o povero, si seccherà enormemente didover comperare delle calze, dei fazzoletti edelle sottane alla sposa, il primo anno del[14]matrimonio. Non sacrifichiamo la sostanza all'apparenza,cioè il corredo di biancheria aquello dei vestiti: troppi vestiti indicano vanità,frivolezza, desiderio di troppa libertàmondana, prodigalità: mentre un bel corredodi biancheria, per una sposa, indica amorealla casa, gentilezza d'animo, serietà, poesiafamiliare, vera eleganza personale. Per direqualche altra cosa sul corredo di vestiti, ilpiù modesto comporta da quattro a cinquevestiti: quello delle nozze civili, che può servirecome vestito da visita, da cerimonia, inistoffa di seta, grigio o lilla: quello delle nozzereligiose che può, con un corsage scollacciato,servire per una festa, per un ballo: quello daviaggio che può servire, al ritorno, per usciredi mattina: il tradizionale vestito in vellutonero, in charmeuse nero, che serve in tutte leoccasioni: e una vestaglia elegante. È il meno,veramente, che si possa dare a una sposa:ma nei matrimonii più che modesti, si puòeconomizzare ancora il vestito dello Stato Civile,mettendone uno da signorina semplice,e avere il solo vestito nero, per le grandioccasioni. Come crescono i mezzi finanziarii,questi vestiti si duplicano, si triplicano, siquadruplicano: vi si uniscono i mantelli daballo, da teatro, da mattina, da viaggio, legiacchette, le pelliccie: vi si adattano i cappelli,le sciarpe, gli ombrellini, i ventagli, le[15]scarpe, i boa e.... si arriva a un piccolo disastrofinanziario. Il matrimonio di una figliuola,così, equivale, a un grosso incendio! In alcunipaesi, in Francia, ancora si usa che lo sposodoni uno o più vestiti alla sposa: da noi èun costume assolutamente di provincia remotameridionale e, diciamolo, alquanto cafonesco.Del resto, ciò si va smettendo, dappertutto,e tutto il peso, ahimè, di questi corredi, èsulle povere spalle dei genitori!
Salvo circostanze speciali, non bisogna maifar intercedere più di ventiquattr'ore, fra lenozze civili e le nozze religiose. Niente è piùridicolo quando una sposa, maritatasi civilmenteil giovedì, resta non maritata religiosamente,sino alla domenica: è una condizionegrottesca, che si deve a ogni costo evitare.Per lo più, le nozze civili si compiono disabato e quelle religiose la domenica seguente,con un sol giorno di intervallo: la domenicaè un buon giorno, bello, poetico e pratico,per celebrazione di pompa religiosa nuziale.Anche a non essere fabbriferrai o impiegatial Catasto, tutti si è più liberi, alla domenica,e si può consacrare più facilmente, piùvolentieri, una mezza giornata a una festa dinozze. Il matrimonio civile, atto importante,ma scevro di qualunque poesia, si celebra in parentelastrettissima, senza nessun'altro: genitori,testimoni, fratelli e sorelle, se ve ne sono,qualche zio, qualche nonno, se esiste ancora.La sposa deve portare una toilette piuttosto[29]ricca, in velluto, in broccato, in foulard, secondola stagione: toilette che le servirà, piùtardi per visite di grande etichetta. Colore chiaro,piuttosto. Mai cappello chiuso, mai cappottina:sarebbe un errore di gusto. Cappello rotondo,molto chic, che le servirà, anche, piùtardi, per le dette visite. Sulle spalle un grandemantello ricco; mai, una giacchetta: qualchebel gioiello, scelto fra i doni dello sposo chegià debbono essere giunti, al completo. Scarpinidi capretto nero, calze di seta nera:guanti bianchi, ombrellino ricco. Lo sposoporta la solita, inevitabile redingote, i pantalonigrigi, la cravatta chiara, le scarpe dipelle lucida, i guanti bianchi. È chic avereun bel fiore, all'occhiello, ma sarebbe ridicolo,se fosse il fior d'arancio. La madre dellasposa e quella dello sposo vanno in toiletteda visita, al Municipio: i genitori maschi, testimoni,parenti, in redingote e tuba. È naturaleche la famiglia della sposa provvedaalle carrozze, tre o quattro: che distribuiscale mance ai portieri municipali: che pensi,naturalmente, a ogni amminicolo. Se l'ufficialedello Stato Civile è persona nota e diconoscenza, bisogna invitarlo alle nozze religiose;tanto più, se è un amico, se offre unmazzo di fiori col nastro bianco e una pennadi oro. Nella prima carrozza, all'andare e alvenire, si colloca la sposa con suo padre e i[30]suoi testimoni; nella seconda lo sposo, conla madre della sposa, sua madre, se vi sono,e un testimone. Poi, il resto delle famiglie, inordine gerarchico; quest'ordine non si muta,per il ritorno. Tutto ciò si fa con grande correttezza,senza troppi chiassi, poichè il matrimoniocivile, all'inverso di quello religioso,non ne comporta; e, in quelle ventiquattr'ore,la sposa continua a tenere il suo contegnoriservato di fidanzata, con lo sposo.
Gli inviti per una grande festa da ballo,si mandano almeno un mese prima: tantopiù, se si è nella grande stagione dei ricevimentie delle feste. Le signore debbono pensareal loro vestito! Le signore sono il cloudi ogni festa, bisogna invitarle un mese prima,se volete che arrivino sfolgoranti di beltà edi eleganza, se volete che formino un quadroindimenticabile. È inutile dire quale prudenzae quanta finezza è necessaria, nella distribuzionedegli inviti: non bisogna dimenticarnessuno: e quando volete dimenticar qualcuno,bisogna esser pronti a subirne l'odiomortale. Non dimenticar nessuno, ma non ammettere,facilmente, nuovi arrivati, gente piùo meno nota, gente purtroppo nota e che cercad'imporsi, penetrando negli ambienti aristocratici,eletti, eleganti. Un signore e una signorasono padroni in casa loro, e debbono[94]saper tenere lontani i seccatori, i maleducati,gli inframmettenti, gli intriganti. Nelle festedi Corte, purtroppo, ciò non è possibile edè questo uno dei difetti della Corte, che nonpuò fare, essendo un ente impersonale, certeesclusioni: ma, in questi balli, è tale la folla,che questi inconvenienti non diventano gravi.Viceversa, in una grande casa privata, i padronisi possono dare il lusso di eliminaregente, che è insopportabile persino nei caffèe nelle birrarie; lusso, che rende la loro unioneveramente fine e veramente signorile. Chiudiamola parentesi. Nella scelta, dopo averinvitato tutte le notabilità, più o meno carichedi onori e di anni, si deve invitare moltol'elemento giovane, giovani signore, giovanivedove, signorine, giovani signori, giovanotti:ciò forma il brio della festa. I goffi, gli inceppati,i poseurs, che non sanno o non voglionoballare, vi saranno sempre: avere unfondo sicuro di ballerini e di ballerine, eccola scienza! Scienza grande, questa, dell'invitoa una festa da ballo: ai fiori ci pensa ilfioraio, alla cena, Van Bol: agli addobbi, itappezzieri: basta mettersi in buone mani,avere un po' d'occhio a tutto, avere una servitùbene organizzata, un portinaio maestoso,inondare di luce la strada, il cortile, la scala,e i saloni, va bene: ma saper invitare, sapercomporre la propria festa, in modo che gli[95]invitati formino una folla armonica, dove ognielezione di classe sia rappresentata, questaè una sapienza profonda, tutta femminile.Vi sono donne che non l'acquistano mai; visono donne che l'hanno per tradizione e lainsegnano alle altre.... che non la sanno imparare! 041b061a72